Massimo Mantarro ambasciatore del Regno delle due Sicilie per il premio Italia a Tavola.
Non c’è pezzo di Sicilia che non racconti storia e cultura, passate ma mai superate e che in qualche modo hanno influenzato le costruzioni culinarie di cuochi e cucine.
Un invito singolare che riveste gli chef del ruolo di rappresentanti storici di pietanze e ricette fatte di tradizione, preziose e da rivalutare.
Uno sfondo barocco quello che farà da cornice alla cena di Gala presenziata da cuochi di tutti gli staterelli italiani.
Banchetti prestigiosi, refezione ordinaria, convivio, arazzi e tendaggi preziosi erano questi i tratti caratterizzanti dell’epoca. Vivande elaborate e profumatissime, che esprimevano teatralità.
Sulla scorta di ciò, nel banchetto firmato Sicilia i convitati hanno degustato Maialino, limone interdonato e cime di rapa.
Consapevole dell’arte insita nel mondo culinario e ispirato a tutto ciò che poeti, scrittori e artisti hanno trasmesso dal periodo Rinascimentale al Barocco, i più innovativi e moderni secoli della Storia, lo chef decide di riproporre un ingrediente base, ricercato e protagonista delle ataviche tavole.
Una vera messa inscena del cibo, uno spettacolo che darà vita a emozioni legate alla storicità della maestosa e solenne dimora Artimino.
Una purea ricavata da cime di rapa e una secentesca glassatura che sa di terra siciliana a base di limoni e un fondo bruno, esaltato e ripreso storicamente dalla cuisinier francois che ne testimoniano le origini.
Un Banchetto che celebra una fiaba lunga una vita, dedicato al ritrovo e alla conviviale esperienza gastronomica.